Sei anni fa ho incontrato Paola al mio studio. Venne a sapere della realizzazione di un mio progetto multidisciplinare per bambini e decise di farmi visitare Marta. L'intesa terapeutica tra me e la piccola nacque in maniera molto naturale e Paola un po' defilata dietro le quinte cercava di capire se quest'approccio potesse essere quello giusto. Il modello di riferimento terapeutico a cui era abituata fino a quel momento si basava semplicemente sulla mobilizzazione e quindi era normale che fosse inizialmente molto titubante. Integravamo il lavoro osteopatico a quello neurocognitivo, due approcci ancora oggi poco conosciuti; soprattutto nelle fasi iniziali era necessaria una stretta collaborazione con i genitori. Dopo 60 giorni di incertezze vidi gli occhi di Paola trasformarsi, quando mi disse che il girocoscia di Marta era cresciuto di 7 centimetri si sciolse in un magnifico sorriso. In quel momento anche io riuscii ad osservarla sotto una luce differente. Abbandonò le vesti di donna schiva e guardinga facendo emergere un animo nobile e battagliero proprio come una vera amazzone. Grazie all'entusiasmo ritrovato, Paola riuscì a carprire dalla piccola Marta potenzialità fisiche incredibili, trasformando una semplice foglia ripiegata su se stessa in una bambina in grado di strisciare, rotolare e gattonare. Devo proprio ringraziare Marta per avermi dato l'opportunità di conoscere una vera Donna, sorridente e combattiva. Dietro quel sorriso c'è la consapevolezza di un animo nobile tipico di chi accetta con dignità le proprie ferite.
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