Sembriamo aver sospeso le nostre vite in un fermo immagine del 9 novembre del 1989, a pochi istanti dalla caduta del muro di Berlino. Stavolta il nostro muro si chiama virus ed è stato eretto giorno dopo giorno da due ambiziosi nemici. No, non quelli che pensi tu. Sono nemici vecchi come l’uomo: la necessità di primeggiare e la paura di morire. Ed è proprio in questi sentimenti che il virus in maniera eterea ha serpeggiato, inserendosi di forza nelle nostre vite. Ci ha tolto le certezze più grandi: ha spaccato famiglie, separato gli affetti, sradicato il senso di appartenenza, ma la cosa più grave è che ci ha fatto morire soli nella disperazione più assoluta.
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