Intervista al Dottor Giampiero Fusco

postato il 17·10·2018 in

Dottor Giampiero Fusco - Osteopata, Medico, Fisioterapista

Il Dottor Giampiero Fusco è stato fondamentale per la mia crescita professionale. A dieci anni fa risale il nostro primo incontro; fin da subito ha instillato in me la voglia di ampliare e, soprattutto, approfondire i miei orizzonti. La sua passione verso la materia umana trasuda da ogni poro e, almeno per me, è stata da subito coinvolgente. Ero in attesa di farmi trattare dal mio mentore. Da poco avevo conosciuto l’osteopatia e la mia curiosità viaggiava a 1000 Km/h. Assorto nei miei pensieri (nella sala d’attesa), scorsi nella stanza accanto un giovane osteopata (ndr dott. Fusco) che era intento a studiare dei libri di medicina e approfittava dell’intervallo tra due visite per dedicarsi, in maniera totalmente assorta, alla lettura. Troppo oberato di lavoro, il mio mentore mi lasciò nelle mani del giovane studioso. Quelle stesse mani che ancora oggi mi stupiscono, non tanto per i virtuosismi e i tecnicismi ma per la capacità di comprendere. Comprendere una disfunzione non significa soltanto trattarla, ma significa identificarla e farsene carico e questa virtù non è da tutti. Ciò che si intravedeva all’epoca non era altro che il prototipo del professionista che conosciamo oggi. Di recente è stato pubblicato il suo primo libro. Per molti sembrerebbe una cosa normale, ma in realtà non è così. È stato il primo libro di osteopatia pubblicato da una casa editrice medica. Ha raggiunto un tale successo che in pochi mesi ha oltrepassato i confini europei. Uomo eclettico, che riesce a ritagliarsi del tempo anche per “hobby” con la stessa cura e meticolosità. Uno di questi è la batteria con la quale ha inciso anche un disco.

Piuttosto che dilungarmi oltremodo vorrei lasciarvi il piacere di leggere il suo pensiero.

Cos'è per lei l'osteopatia?

L'osteopatia è un'arte manuale nonchè un principio filosofico; tale arte ormai più che centennale fu fondata dal "vecchio dottore", il dr Andrew Tylor Still, un uomo che ha dato la sua vita per tale scoperta; egli comprese i meccanismi alla base dell'autoguarigione, e li racchiuse nella sua cura basata sul "far funzionare bene" le ossa, affinchè sangue e linfa potessero nutrire il corpo donandogli salute.

A breve aggiungerà il titolo di medico a quello di osteopata e di fisioterapista. Ma quando una persona manifesta un problema e non ha la fortuna di conoscerla, come può orientarsi tra queste tre discipline?

In questo momento storico così imporante per la medicina osteopatica in Italia, il ruolo del medico curante risulta, qualora non lo fosse già, davvero importante; le varie figure mediche, parasanitarie etc nel campo della medicina allopatica, e le figure cosiddette per anni "alternative" tendono giorno per giorno ad allacciare rapporti di collaborazione sempre più vivi; ciò che giorno per giorno cresce in Italia è un "network" integrato, ed a tal proposito, chi più del medico curante dovrebbe davvero consigliare un paziente sul percorso giusto da seguire? Forse siamo agli inizi, ma credo che quando delle linee guida in ambito terapeutico complementare saranno definite e promulgate, allora tutto sarà più semplice.

Lei è uno dei più importanti esponenti della ricerca osteopatica italiana; come riesce a far capire - ad un paziente profano - il valore scientifico della sua professione?

Sono i risultati che contano, il vero valore lo dà l'osteopatia stessa, non certo la descrizione scientifica della nostra professione. Però c'è un principio che mi sta tanto a cuore: quando un concetto scientifico è veramente chiaro al professionista, egli è capace di spiegarlo anche ad un bambino.

Quando ha cominciato a sentirsi un osteopata e a chi si ispira?

Beh, è una domanda complessa, diciamo che ogni giorno mi sento un po' più osteopata di ieri e spero meno di domani, giorno per giorno apprendo una goccia di conoscenza nel mare dell'osteopatia. La mia fonte di inspirazione è il dr. Still, e leggere ultimamente la sua ultima biografia (dalle aride ossa all'uomo vivente) mi ha fatto comprendere quanto l'osteopatia sia un modo di percepire la vita, di pensare, di vivere: un vero osteopata, lo è sempre, 24 ore al giorno.

Come si vede e come si percepisce in una relazione terapeutica?

Cerco sempre di creare una relazione terapeutica bilanciata, dove il paziente sia consapevole del suo ruolo, e di come io sia semplicemente una guida che cerca di portare alla luce il suo stato di salute interno.

Come immagina il suo futuro professionale?

Come un cammino senza fine.

 


 

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