Il tennis italiano è avanti anche sull'osteopatia

postato il 27·11·2022 in

Il mondo sportivo negli ultimi anni esalta quotidianamente il tennis italiano soprattutto sull'onda dei risultati ottenuti da giocatori talentuosi del calibro di Berrettini, Sinner, Sonego e Musetti. Una nuova generazione d'eccellenza nata da scelte Federali importanti avvenute almeno 15 anni fa. Gli investimenti non mirarono esclusivamente a sviluppare nuovi percorsi tecnici ma a fornire un supporto atletico e sanitario adeguato. Tra le scelte più avveniristiche di quel periodo ci fu l'introduzione di una nuova figura, l'osteopata. La direzione sanitaria fu affidata al Prof. Parra che forte del suo grande intuito e competenza professionale introdusse nel suo equipe questo ruolo. In nessun altra Federazione era presente l'osteopatia ma ben presto la qualità terapeutica divenne imprescindibile per le performance dei tennisti che sempre con maggior clamore richiedevano tale supporto. Nel 2015 cominciò la mia collaborazione con la Federazione proprio in qualità di osteopata e grazie al professore riuscii ad arricchire il mio bagaglio esperienziale e professionale. 

Sostenevo terapeuticamente i tennisti che prendevano parte alla Davis Cup e alla Fed Cup e fondamentalmente il mio lavoro consisteva nel preparare e ottimizzare la postura degli atleti prima di una gara attraverso le manipolazioni strutturali, viscerali e craniali. Gli atleti provenivano da lunghi viaggi e cambiavano di frequente tipo di superficie di gioco e per ridurre al minimo l'impatto degli infortuni il reset osteopatico diventava determinante. Inizialmente mi interfacciavo quasi esclusivamente con lo staff sanitario ma negli anni i coach e i preparatori fisici degli atleti chiedevano sempre più feedback per migliorare la resa atletica e la performance sportiva. 

Col passare del tempo il ruolo dell'osteopata diventava sempre più rilevante e in Federazione ebbe un'espansione verticale coinvolgendo le fasce di atleti in erba che avevano maggiori probabilità di preparare il proprio fisico in maniera adeguata. Mi sento fortunato ad aver partecipato a questa transizione. Rivedendomi in quel Gennaio 2015 quando partii in direzione Melbourne le grandi incognite che aleggiavano in me si sono trasformate oggi in orgoglio. L'orgoglio di vedere uomini che in queste ore hanno provato a battagliare per la finale di Davis esaltandosi all'inno di Mameli, le stesse note che mi attraversarono con un brivido il giorno del mio esordio e proprio in quell'istante realizzai: un piccolo osteopata di Salerno ce l'ha fatta!

 


Bibliografia e riferimenti

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Insonnia e osteopatia